Treviso non dimentica. Anche 24 anni dopo è impossibile scordare quella immane tragedia che vide quattro Servitori dello Stato in “giubba blu” rimanere Vittime del Dovere. E così Fanio Soligo, Massimo Paccagnan, Andrea Murer e Luca Scapinello, i quattro agenti della polizia morti in un incidente stradale lungo la Pontebbana mentre si recavano a Ponte della Priula dov’era in corso una rissa, sono stati ricordati oggi, per rendere onore al loro esempio.
Un dovere ricordare il 24esimo anniversario del dramma, verificatosi il 25 gennaio del 1997, verso le due di notte, quando la centrale operativa tecnica della Questura aveva ricevuto la segnalazione di una rissa in corso presso una paninoteca. Pronta come sempre la risposta: e così la volante con a bordo Massimo Paccagnan, Fanio Soligo, Andrea Murer e Luca Scapinello in ausilio alla prima intervenuta sul posto, era partita dalla Questura di Treviso a sirene spiegate. Ma il destino era in agguato su un rettilineo lungo la statale Pontebbana: la volante si schiantò contro alcuni alberi a lato strada in un impatto così violento da non lasciare scampo ai quattro agenti.
“Il dolore di quella perdita si rinnova ogni anno – ha detto Mirko Schio – Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), e con esso, però, si riaccendono con forza la voglia e la volontà di esaltare l’immagine di questi quattro ‘eroi del quotidiano’, che con la loro semplice ma ferrea capacità di tener fede al proprio senso del Dovere e al loro impegno, restano un esempio per tutti. Si rinnova inoltre il moto di affetto e solidarietà che ci lega ai loro Familiari, che con coraggio hanno saputo raccogliere con altrettanto onore il testimone lasciatogli dai loro cari, ed a cui Fervicredo è stata e resta vicino”.
E allora spazio al ricordo anche oggi: un nuovo 25 gennaio in cui le preghiere si sono levate per i quattro poliziotti, per i loro amici, per i loro Familiari, per i loro colleghi. “Perché Fanio, Massimo, Andrea e Luca sono sempre con noi – ha concluso Schio -, e continuano a indicare la strada a chi svolge questo indispensabile e difficile lavoro, ma anche a chi deve rispondere con altrettanta generosità e correttezza, cioè tutti noi”.