Sono trascorsi 30 anni, ma il dolore non passa, è sempre lì, annidato nell’anima. Il dolore che ha segnato irreversibilmente le vite dei Familiari di Loris Giazzon, l’allora ventottenne poliziotto di Caldogno che il 20 aprile 1993 fu ucciso a colpi di Kalashnikov davanti alla Banca Popolare di Vicenza, a Olmo di Creazzo; quella di Maurizio Cesarotto, ferito gravemente in quella stessa occasione e rimasto in sedia a rotelle; quella, anche, del loro collega Giuseppe Giudice, sfuggito alle ferite del corpo ma non a quelle dell’anima. Tutti e tre vissero l’inferno di quel 20 aprile, quando quattro malviventi a bordo di una autovettura e di un autocarro, entrambi rubati e con targhe false, arrivarono alla Banca Popolare Vicentina di Creazzo, sfondarono la vetrata con l’autocarro, entrarono nell’agenzia armati di revolver e fucile mitragliatore. Di lì a pochissimo giunse sul luogo della rapina la “Volante Uno” con a bordo l’assistente Giuseppe Giudice, l’assistente Loris Giazzon e l’assistente Maurizio Cesarotto. Il conflitto a fuoco che si scatenò fu atroce, e quando i malviventi cercarono la fuga prendendo in ostaggio il direttore della filiale ed un cliente, i poliziotti furono costretti a smettere di rispondere al fuoco e cercare riparo. Fu allora che Cesarotto e Giazzon furono colpiti, il secondo purtroppo mortalmente, dopo aver dimostrato un coraggio, un senso del Dovere e un altruismo fuori dal comune.
Creazzo non ha mai dimenticato, e oggi ha voluto onorare ancora una volta questi eroi con una cerimonia che si è svolta nel luogo in cui è accaduto l’episodio, e dove campeggia la targa dedicata a Giazzon. Presenti il questore di Vicenza, Paolo Sartori, il prefetto, Salvatore Caccamo, e il sindaco di Creazzo, Carmela Maresca.
Presenti, soprattutto, i familiari di Loris Giazzon, Maurizio Cesarotto e Giuseppe Giudice. E in vista della cerimonia, proprio la vedova di Giazzon, Chiara Filippi, ieri parlando al Corriere del Veneto aveva detto: “Anche se sono passati trent’anni, mi sembra l’altro giorno, fa ancora male e credo che lo farà per sempre”, prima di ringraziare “il Comune di Creazzo, perché tutti i sindaci che si sono conseguiti negli anni si sono sempre impegnati per tenere viva la memoria di Loris, e soprattutto la Polizia che ci è sempre stata vicina. A distanza di trent’anni nessuno si è dimenticato di lui e questa è una bellissima cosa, anche se negli ultimi anni le cose sono cambiate, e il dolore si è fatto più forte”, aveva aggiunto, riferendosi alla scarcerazione di Ennio Rigato, cognato di Felice Maniero e assassino di Giazzon, condannato a trent’anni nel 1996, ma scarcerato il 3 marzo 2019.
Anche il questore, alla vigila della cerimonia, aveva commentato al Corriere che “l’’omicidio di Giazzon è uno dei fatti più gravi mai successi nella provincia di Vicenza negli ultimi anni. Per questo motivo riteniamo il trentennale una data importantissima, ed è giusto che oltre alla sua commemorazione vengano riservati i giusti onori agli altri due poliziotti coinvolti in quel feroce e tragico agguato, uno dei quali purtroppo ha subito delle conseguenze fisiche permanenti. È un’altra occasione per incontrarci insieme alla comunità di Creazzo, per commemorare l’estremo sacrificio di Loris Giazzon e per stare vicini ai familiari, facendo capire che quella della polizia è una famiglia che non dimentica”. E oggi alla commemorazione Sartori è tornato a sottolineare l’importanza di rendere omaggio a chi, nell’adempimento del Dovere, ha sacrificato la propria vita, prima della conclusione della cerimonia sulle note suonate dagli studenti del 2° anno della Scuola secondaria di 1° grado “A. Manzoni” di Creazzo.