Marghera (VE) 02 Settembre 2014
Premio letterario al boss della Stidda, Fervicredo: “Che squallore! Pensare di concedere un riconoscimento a un assassino è anche peggio che candidarsi a riceverlo. Vittime della criminalità oltraggiate senza fine”.
“Un killer che riceve un premio ufficiale. In Italia ogni giorno si supera il peggio. Solo la vergogna che proviamo per un fatto di una gravità inaudita supera lo sconcerto, l’incredulità, l’amarezza che quel fatto si sia verificato.
Siamo oramai stufi di sentire sempre parole ipocrite quali reintegrazione, recupero e simili, tutte fuorvianti rispetto al fatto centrale che non si può, non si deve concedere alcun riconoscimento di qualsiasi genere a chi non ha più abbastanza tempo, anche gli fossero rimasti mille anni da vivere, per cancellare l’orrore di cui ha ammantato le proprie azioni passate. Prendere in considerazione l’opera di un assassino come possibile destinataria di un riconoscimento è una cosa indegna e ancor più orribile della spavalderia con la quale un killer condannato si candida a riceverlo, non c’è modo di attutire o lenire il disgusto che travolge tutte le vittime della criminalità che pagheranno per sempre il prezzo delle gesta di chi oggi viene premiato dalla nostra società. Che scandalo”. E’ implacabile Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), nel condannare la notizia della vittoria della XXVI edizione del Premio letterario Racalmare – Leonardo Sciascia, città di Grotte, da parte del libro “Malerba”, scritto a quattro mani dal giornalista del Tg5 Carmelo Sardo insieme al boss della Stidda Giuseppe Grassonelli, un killer di mafia entrato in carcere negli anni Novanta. “Come se non bastasse – insiste Schio – leggiamo che Malerba, che ha ricevuto 13 voti, ha superato per un solo voto «È così lieve il tuo bacio sulla fronte (Mondadori)» di Caterina Chinnici, figlia del magistrato Rocco ucciso dalla mafia nel 1983. E’ la triste metafora della nostra squallida società, dove le vittime sono destinate ad essere sempre un passo indietro ai carnefici, ed a continuare a subire, nell’ombra, il dolore e l’offesa di vedere chi gli ha distrutto l’esistenza ricevere premure e riconoscimenti, senza che il buon senso, il buon gusto e il rispetto riescano a prevalere sull’indifferenza e sull’arrivismo di chi, pur di ottenere qualcosa per se, non esita a calpestare senza pietà chi ha già perso il bene più grande e gli affetti più indispensabili”.
Per gentile pubblicazione.
Fervicredo
Associazione Onlus