“Dopo aver registrato l’ennesima importante sentenza favorevole nei confronti dei Familiari di Vittime, che ha ripristinato la correttezza della risposta di uno Stato civile di fronte al sacrificio dei suoi Servitori, non possiamo nascondere lo sdegno e la rabbia per il fatto che sia continuamente necessario arrivare fin nelle aule dei tribunali, e fino all’ultimo grado di giudizio, perché sia la Suprema Corte di Cassazione a riconoscere e dare piena attuazione a diritti che dovrebbero essere certi e, addirittura, scontati”.
Non nasconde la soddisfazione mista però a un forte disappunto Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), dopo una sentenza della Cassazione che ha ristabilito la corretta applicazione della legge che, dal 2014, ha riconosciuto un vitalizio a vedove ed orfani di Vittime del terrorismo. Un vitalizio normalmente assegnato a chi è rimasto Vittima, con invalidità almeno al 50%, anche prima del 2014 ma ancora in vita in quell’anno; ed invece molto spesso negato a chi, pur Vittima con quella medesima invalidità, risulti deceduto prima del 1 gennaio 2014, data da cui ha iniziato a decorrere il riconoscimento del diritto all’assegno.
“La Corte – spiega ancora Schio – ha riportato quanto già in precedenza espresso dalla Corte d’appello che aveva dato ragione ai Familiari evidenziando che ‘la ratio della legge, individuata nella necessità di indennizzare il coniuge ed i figli per il dolore subito a causa dell’invalidità patita dal congiunto, è identica a prescindere dall’epoca del decesso del congiunto’. Ed a noi pare una cosa talmente ovvia da non richiedere certo l’intervento del Giudice supremo. Il diritto al vitalizio è proprio dei Familiari ed è loro direttamente riconosciuto senza che la legge ponga loro delle limitazioni nei presupposti. Le Amministrazioni di appartenenza, invece, continuano pervicacemente a dare interpretazioni che comprimono i diritti di Vittime e Familiari, e vengono puntualmente smentite dall’Autorità giudiziaria. Sarebbe davvero ora di smettere – conclude Schio – con questo vergognoso atteggiamento, irriguardoso del sacrificio di persone che hanno votato la vita allo Stato e che calpesta anche il dolore di Famiglie distrutte dalla ferocia dei violenti prima, e dall’indifferenza brutale della burocrazia dopo”.
Venezia 07 Aprile 2022
Fervicredo A.P.S.