Sono stati oltre 500 i familiari di Vittime innocenti delle mafie che si sono trovati a Milano per la XXVIII Giornata per la memoria e l’impegno delle vittime delle mafie. Dal palco, al termine del corteo cui hanno partecipato 50mila persone, sono stati letti i nomi di 1069 persone, nomi che negli anni Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie ha raccolto, raccontando la loro storia “per fare della memoria impegno”.
E proprio su di loro ha concentrato l’attenzione don Luigi Ciotti, presidente di Libera, rivolgendosi al Governo e sottolineando: “A loro dico di ascoltare la vita e la storia dei familiari”. E ancora: “I familiari chiedono l’equiparazione alle vittime del terrorismo”, e “qualcuno deve spiegare perché le vittime prima del ‘61 non sono riconosciute”.
Ventotto le edizioni di una manifestazione nata dal dolore di una madre. Quella donna si chiama Carmela, è la mamma di Antonio, ucciso dalla mafia. Ma il nome di suo figlio non viene praticamente mai pronunciato perché, nel giorno in cui Cosa Nostra lo uccideva con un attentato, le attenzioni di tutti erano per un altro morto: si chiamava Giovanni Falcone, faceva il magistrato. La strage in cui muore Antonio è quella di Capaci. Però, per tanto tempo, il caposcorta di Falcone, Antonio Montinaro, è solo uno dei “ragazzi della scorta”. E questo, a Carmela, non sta bene. È allora dal suo dolore, dal desiderio, dal bisogno di veder riconosciuto il sacrificio di suo figlio ad alta voce, che nasce la Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Quella di quest’anno è la 28esima edizione, la settima riconosciuta ufficialmente dallo Stato (legge n. 20 dell’8 marzo 2017). Ha scelto il primo giorno di primavera l’associazione Libera, colei che ha dato vita all’iniziativa, per ricordare chi non c’è più a causa delle mafie, caduto mentre faceva il proprio lavoro, perché ha scelto di dire “no” o perché semplicemente, si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma anche per celebrare una sorta di costantemente auspicata rinascita nel segno della legalità e del rispetto dell’altro, contro i soprusi di qualunque metodo mafioso. Una giornata in cui si legge un lungo, lunghissimo elenco in cui sono riportati tutti i nomi delle vittime delle mafie (non solo Cosa Nostra, ovviamente): alcuni nomi sono noti, altri sono sconosciuti ai più, accumunati tutti da un destino crudele e da un ricordo ancora vivo, in particolare in questo giorno. Certo, circoscrivere l’appuntamento odierno come la lettura di un lungo elenco di nomi è riduttivo. La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è composta infatti, come ricorda Libera, da momenti di riflessione, approfondimento, incontro, relazioni vive e testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti, ma anche l’occasione per fare luce sulla presenza della criminalità organizzata nei luoghi di potere così come nella vita quotidiana di tanti paesi, senza dimenticare, ricorda ancora l’associazione, le connivenze con il mondo economico e della politica. “È possibile”: questo lo slogan scelto da Libera per l’edizione 2023. Il motivo della scelta di questo slogan lo spiega proprio Libera: “Sappiamo che ‘è possibile’ superare questa fase se a metterci in gioco siamo tutti, insieme: solo con il noi si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà”.