Sono passati due anni esatti dalla morte degli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi all’interno della Questura di Trieste durante una sparatoria.
Questa mattina si è celebrata una messa per commemorarli nella Chiesa Beata Vergine del Rosario, alla quale erano presenti, tra gli altri, la sorella di Rotta, l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, il prefetto di Trieste Valerio Valenti, la Questore Irene Tittoni e il sindaco Roberto Dipiazza.
“Matteo e Pierluigi hanno dato la loro vita per una convivenza radicata nel buonsenso dei supremi valori della giustizia, libertà e la pace sociale”, ha detto il Cappellano provinciale della Polizia, don Paolo Rakic, durante l’omelia. Ha poi richiamato tutti a “non dimenticare donne e uomini che col loro servizio garantiscono e tutelano l’ordine pubblico”, poiché “sono comunque troppo pochi coloro che manifestano un giusto, quotidiano rispetto e una piena gratitudine”. “Riconoscere il valore e il significato di questa fatica fisica e morale, che conserva il bene e previene il male – ha sottolineato -, dovrebbe essere cosa spontanea e naturale per tutti”.
È stata successivamente letta la preghiera a San Michele Arcangelo, Patrono della Polizia, e la questore Tittoni ha espresso la sua vicinanza alle famiglie dei due agenti. Prima della celebrazione, inoltre, è stata deposta una corona nel famedio della questura, dove sempre in mattinata è previsto l’omaggio da parte di una delegazione del motoclub della Polizia.
“Questo è un giorno importante – ha detto per parte sua Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della Criminalità e del Dovere) – in cui come sempre sentiamo forte il richiamo di quell’obbligo di ricordare i nostri eroi quotidiani, quei Servitori dello Stato che si sono immolati per la collettività e per tenere fede al proprio Dovere. Matteo e Pierluigi sono proprio questo, il loro sacrificio rappresenta quello di tanti, la loro perdita è stata una perdita per tutti. Il sostegno che era dovuto a loro è dovuto a tutti quelli che vestendo una divisa, di qualsiasi colore, dedicano la vita al bene comune. Ecco perché continuiamo a vivere appieno questa tragica vicenda fin nei suoi risvolti giudiziari, visto che siamo in aula al processo che ne è nato come parte civile. Ecco perché, soprattutto, oggi anche noi celebriamo il loro ricordo”.
Per gentile pubblicazione.
Fervicredo
Associazione Onlus