A 44 anni di distanza dal loro eccidio, Palermo ha ricordato il giudice Cesare Terranova e il maresciallo Lenin Mancuso, uccisi in un agguato mafioso il 25 settembre 1979.
La cerimonia si è svolta sul luogo degli assassinii, all’incrocio tra via Rutelli e via De Amicis. Alla commemorazione hanno preso parte, tra gli altri, la nipote del giudice, Geraldina Piazza, e il figlio del maresciallo Carmine Mancuso, il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, il procuratore generale presso la corte d’appello di Palermo, Lia Sava, il presidente della Corte d’Appello, Matteo Frasca, il sindaco, Roberto Lagalla, il senatore Raoul Russo e il presidente della commissione antimafia dell’Ars, Antonello Cracolici. Subito dopo, nel teatro della vicina scuola Piazza – Giovanni XXIII, si è svolto un incontro tra i familiari di alcune vittime di mafia con gli studenti e i docenti. Nell’occasione il regista Pasquale Scimeca ha presentato il trailer del film “Il giudice T.” sulla vita del giudice Terranova. Alla manifestazione hanno partecipato i nipoti del giudice Terranova, i figli del maresciallo Mancuso, del giudice Pietro Scaglione e del giudice Gaetano Costa, le sorelle del vice questore Ninni Cassarà e dell’agente Lillo Zucchetto, la madre di Claudio Domino, il bambino assassinato dalla mafia, e il giudice Leonardo Agueci.
“Non si possono ricordare le vittime della violenza mafiosa – ha avuto modo di dire Scimeca -solo nelle commemorazioni ufficiali, ma bisogna creare un movimento culturale che le faccia conoscere alle nuove generazioni, come modelli di vita da seguire”. “Ma quando ho cercato di fare un film sul Giudice Terranova e il maresciallo Mancuso – ha lamentato -, ho trovato le istituzioni, quelle politiche e quelle culturali, sorde a questi temi”. “Tutte le vittime della mafia – ha sottolineato il regista – meritano lo stesso rispetto. Tutte meritano di essere ricordate e raccontate, perché come diceva Paolo Borsellino, non basta l’azione repressiva della magistratura e delle forze dell’ordine per sconfiggere la mafia, ma è necessaria una presa di coscienza civile e una forte azione culturale”.