Marghera (VE), 23 Aprile 2014
Declassificazione degli atti relativi alle stragi, soddisfazione di Fervicredo: “Le famiglie delle vittime lo chiedevano da tempo, attendendo un pensiero e un gesto di rispetto fino ad ora mai giunto. Nel cuore rimane comunque un anelito di piena verità…” “Nell’esprimere piena soddisfazione per il gesto compiuto dal Governo con la declassificazione degli atti relativi alle drammatiche stragi che hanno insanguinato il Paese, vogliamo con altrettanta decisione censurare le polemiche e le strumentalizzazioni politiche subito nate attorno all’argomento. Il motivo è presto spiegato: intere famiglie stroncate dal lutto attendevano da tempo non solo questo provvedimento, che infatti avevano più volte sollecitato, ma comunque un’iniziativa che testimoniasse, una volta tanto, il doveroso pensiero ed il rispetto dovuto a chi è rimasto vittima delle atrocità di cui solo l’uomo è capace, e che li facesse uscire dall’oblio in cui questo strano Paese tende a relegare i suoi cittadini più bisognosi di vicinanza e solidarietà. Un rispetto che non si può dare per scontato e che, certo, sarà finalizzato a dare soddisfazione a tutte quelle famiglie, e che c’è di male? E’ opportunistico? No, è opportuno. Opportuno e sacrosanto dimostrare di continuare ad avere presente la sofferenza mai lenita di chi, oltre ad essere rimasto orfano degli affetti più cari, deve continuare a fare i conti con dubbi mai dissipati e con una diffusa indifferenza che non di rado si tramuta in oltraggio per la memoria di chi non c’è più e per la loro stessa dignità”. L’ Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere) commenta così, per bocca del suo Presidente, Mirko Schio, la direttiva firmata ieri dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che dispone la declassificazione degli atti relativi alle stragi: Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna, Rapido 904. Il provvedimento, è stato spiegato da Palazzo Chigi, consente il versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le Amministrazioni dello Stato che rappresentano un importante contributo alla memoria storica del Paese. I documenti verranno versati secondo un criterio cronologico (dal più antico ai tempi più recenti), superando l’ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge (fatto che vale per tutte le Amministrazioni) prima di poter destinare una unità archivistica all’Archivio Centrale. Ed ancora, ha chiarito il Sottosegretario con delega ai Servizi Segreti, Marco Minnitti, “con l’atto odierno trova concreta applicazione la legge 124/2007 in un aspetto rilevante come quello del riconoscimento degli archivi dell’intelligence come patrimonio a disposizione degli studiosi, del mondo dell’informazione e di tutti i cittadini”. “Argomenti come quelli di cui si discute – aggiunge Schio – non dovrebbero mai entrare nella bagarre politica, ma dovrebbero stare a cuore in egual misura a qualunque componente politica ed a qualunque rappresentante istituzionale. In ballo c’è il valore della memoria senza la quale nessun futuro migliore è possibile, e qualunque passo concreto che vada nella direzione di esaltare e trasmettere quel valore ai cittadini è indispensabile e auspicabile. E ciò indipendentemente dal fatto che nel cuore dei protagonisti di quelle pagine atroci della nostra storia rimarrà sempre un disperato desiderio di conoscere nella loro totalità verità rimaste sommerse dai detriti e dai rottami della più vigliacca violenza”.
Per gentile pubblicazione.