Venezia, 18 Marzo 2018
Fervicredo replica alla brigatista Balzerani: “Vittime e carnefici non possono essere trattati allo stesso modo. Verso chi ha subito la violenza ingiusta esiste un debito inestinguibile” “Disparità di trattamento fra Vittime e carnefici? Certo che sì. Il dovere di essere equi lo richiede. Tutti abbiamo con le Vittime un debito enorme di solidarietà, e chi le ha rese tali ha un debito inestinguibile che deve tradursi nell’obbligo inderogabile del rispetto, della ricerca di perdono, del lavoro il più possibile riparatorio dei danni prodotti. Certo che le Vittime devono avere la priorità, sempre. Certo che i carnefici non devono avere non solo il monopolio della parola, ma neppure la libertà di divulgare al mondo il proprio delirio di ferocia e disumanità. La storia, purtroppo, l’hanno ‘fatta’ i carnefici, ma il futuro deve essere ‘fatto’ nel segno delle Vittime, perché certe atrocità non abbiano a ripetersi e perché chi ha già subito troppo possa continuare a vivere nel rispetto della propria dignità”. Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), replica così alle affermazioni della brigatista Barbara Balzerani che, come riportato dal quotidiano Repubblica, durante la presentazione del proprio libro ha letteralmente infierito contro le Vittime del terrorismo affermando: “C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te”. “Solo chi è abbastanza vigliacco da imbracciare un fucile e sparare a persone innocenti che stanno svolgendo il proprio lavoro – aggiunge Schio – può essere altrettanto vigliacco da definire ‘stramba’ la figura di una Vittima. Una Vittima è un essere umano che senza volerlo, senza averlo scelto, ha perso la vita e con essa tutte le infinite esperienze che ciascuno di noi vuole con tutte le proprie forze poter avere con i propri Familiari e amici; e questo a causa di un carnefice che ha scelto, convintamente, di procurare dolore e morte. E un Familiare di una Vittima, ancor di più, è una figura tragica, è una figura che trascorre l’intera esistenza nel dolore, nel dramma di cercare con il cuore e con il corpo ogni giorno una presenza che in terra non c’è più: un figlio, un fratello, un marito, un papà, aspettando vanamente un carezza di quella mano ormai sparita. Un Familiare di una Vittima è una figura che perdendo il proprio affetto, il proprio riferimento, un pezzo di se stessa strappatogli con violenza nell’ingiustizia più totale, rischia di essere travolta dalla disperazione; che deve barcamenarsi giorno dopo giorno per sopravvivere, che deve lottare per affermare i propri diritti, che deve orientarsi in un labirinto di burocrazia che le impedisce persino di capire come sopravvivere assieme ai propri cari rimasti, che deve subire troppo spesso il dispiacere dell’abbandono e dell’indifferenza, che non può, oltre a tutto questo, dover subire ancora la violenza di chi la insulta con un microfono in mano che oggi fa male quanto quelle pallottole degli Anni di piombo”. “Stramba – insiste Schio – è solo la figura grottescamente orrenda di un essere umano che ha perso ogni senso di pietà, di misericordia, di rispetto, nella delirante esaltazione prodotta dall’attenzione mediatica fornita a gentaglia senza scrupoli da chi osa nascondersi dietro all’ingiusta affermazione che a tutti spettino le stesse cose. Perché no. Non è così. Vittime e carnefici non possono essere trattati nello stesso modo, e farlo significa, in fondo, ‘legittimare’ ugualmente le posizioni di entrambi”.
Per gentile pubblicazione.
Fervicredo
Associazione Onlus