Venezia, 22 Marzo 2018
Imbrattato monumento in via Fani, Fervicredo: “Ma cosa sta accadendo? E’ un gioco al massacro contro Vittime e Familiari. Fermare questo schifo per risarcire chi ha già troppo sofferto” “Si avvia a concludersi una settimana che, per noi, sembra uscita da un copione del teatro dell’assurdo. Terroristi che in ogni dove pontificano sui media e aggrediscono, ancora, Vittime e loro Familiari. Criminali che si accaniscono persino contro i simboli della memoria di persone che non ci sono più e che sono state spazzate via solo perché svolgevano il proprio Dovere. Persino magistrati che per affermare con veemenza le proprie recriminazioni si scagliano, in sostanza, contro centinaia di migliaia di appartenenti a Corpi che hanno versato fiumi di sangue per questo Paese. Pomposi dibattiti sulla correttezza o l’opportunità di lasciare che la libertà di opinione consenta di abbattere ogni ‘diga’ di buon senso e rispetto che possa arginare l’ennesima violenza contro la Vittime del Dovere. E questa sarebbe la dialettica politica degna di un paese civile? Questo è solo un abominio, vigliacco e ingiustificato, che rivolta il coltello nelle piaghe di Famiglie che fanno i conti con il dolore eterno”. Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), commenta con durezza l’ultima ed ennesima notizia di aggressione alla memoria di Vittime del Dovere avvenuta a Roma, dove è stato nuovamente imbrattato il monumento che ricorda le vittime dell’agguato avvenuto in via Fani, quando fa fu rapito dalle brigate rosse Aldo Moro. Sulla stele, che ricorda i nomi dei cinque uomini della scorta uccisi – Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi -, è stata dipinta la sigla BR di colore rosso. L’episodio giunge dopo giorni di polemiche seguite alla commemorazione dei 40 anni della strage, con numerosi botta a e risposta a proposito delle azioni dei terroristi. “Ci chiediamo – aggiunge Schio – chi e quando porrà fine a questa violenza. Chi alzerà la soglia dell’attenzione al punto da mettersi, finalmente, nella giusta ottica della dovuta protezione di chi ha subito già troppo. Certe cose non vorremmo neppure doverle dire. Non vorremmo continuare a dover urlare la nostra indignazione. Oggi vorremmo che chi compie atti così vili, ingiusti, gravi e violenti, usando parole o spray, microfoni o telecamere, spranghe o bombe, sia fermato e chiamato a rendere conto alle società, se civile si vuole ancora poter chiamare, e a rendere conto alle Vittime e ai loro Familiari, con ogni mezzo che possa tentare un minimo ristoro degli ulteriori danni ingiusti che subiscono così troppo spesso”.
Per gentile pubblicazione.
Fervicredo
Associazione Onlus