Venezia, 7 Giugno 2016
Presentazione del libro di Riina a Palermo, Fervicredo: “Prima l’inchino davanti casa di Ninetta Bagarella e ora questo. Assecondare l’idea della mafia è dichiarare guerra alle vittime” “L’orrore della mafia non è una cosa che possa lasciare spazio ad alcun genere di tentennamento o compromesso, di considerazione, di pubblica conoscenza antropologicamente giustificata, di smanceria nascosta dietro a un distorto principio di rispetto o null’altro del genere. L’orrore della mafia è qualcosa che ha distrutto esistenze e società, che ha devastato famiglie e intere porzioni di territorio di uno Stato che nel rifiutare quell’orrore deve mostrarsi intransigente in maniera granitica, in ogni sua espressione, istituzionale, religiosa, civile e sociale. E invece ancora vengono incautamente e vergognosamente lasciati margini di spazio entro cui si concretizzano errori clamorosi e dannosi all’inverosimile, come certamente è stato aver lasciato che si verificasse la consueta indegna prassi dell’inchino di una processione davanti casa di Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina, o come indiscutibilmente è concedere un palcoscenico d’eccezione come la vetrina scelta a Palermo da Riina junior per la presentazione del suo libro giorno 18. Ma una cosa deve essere chiara: assecondare l’idea della mafia e chiunque a vario titolo la incarni vuol dire dichiarare guerra alle sue vittime”. Queste l’indignato commento di Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), alla notizia che Salvo Riina, figlio del più noto Totò, intende presentare il proprio libro a Palermo, il 18 giugno, dove gli è stata concessa una location di altissimo prestigio e proprio nei giorni che separano gli anniversari delle due atroci stragi di mafia del 1992. “Siamo sinceramente arcistufi di sentire per le vittime della criminalità solo vuote parole di una retorica stantia e completamente inutile che deve essere fermamente respinta al mittente ogni qualvolta non viene accompagnata da atti che ne dimostrino la concretezza – incalza Schio -. Non ne possiamo più di vedere che si consumano continuamente dei veri e propri affronti alla memoria di chi ha perso la vita a causa della ferocia di certe persone senza onore, giustificando troppi gesti di clamorosa offesa nei loro confronti con un malinteso senso del rispetto anche di chi ha sbagliato, della necessità di dare una seconda opportunità, del principio del reinserimento e altre scuse del genere. Rispettare anche chi ha sbagliato o permettere il reinserimento non può passare per l’indegno oltraggio verso chi ha pagato talmente tanto da non avere più alcuna opportunità, perché la vita è una sola, la salute è una sola, e quando vengono strappate con la violenza assurda e la prepotenza insopportabile della criminalità allora esse sì meritano il massimo del rispetto, anzitutto da parte di chi ha sbagliato e chiede di poter ricominciare, e inoltre da parte di tutto il resto della società, che dovrebbe schierarsi come scudo infallibile in difesa delle Vittime e dei loro Familiari”.
Per gentile pubblicazione.
Fervicredo
Associazione Onlus
Fervicredo-Assecondare Riina è fare guerra alle vittime di mafia