Venezia 23 Maggio 2017
COMUNICATO STAMPA
Nel XXV anniversario della Strage di Capaci Fervicredo riprende l’insegnamento di Falcone: “Contro la mafia non pretendere l’eroismo ma impegnare tutte le forze migliori della società” “Come ogni anno, torniamo a condividere le nostre riflessioni in occasione dell’anniversario della strage di Capaci che, unanimemente, simboleggia tutte le morti ingiuste dovute alla brutalità della criminalità. Lo facciamo con maggiore forza oggi che ricordiamo uomini straordinariamente normali a 25 anni dalla loro morte. Eroi, martiri, che hanno dimostrato al mondo la forza della dignità, della coerenza, del coraggio, che sopravvivono su tutto e che nessun ordigno può spazzare via. E lo facciamo citando proprio le parole di Giovanni Falcone, che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha evocato oggi. ‘La mafia non è invincibile – ci ha insegnato Falcone -, ma è qualcosa di terribilmente serio e grave che si può vincere non pretendendo l’eroismo dei cittadini ma impegnando tutte le forze migliori della società’. Ecco, più che mai chiediamo che ogni ora di ogni giorno di ogni mese dell’anno si metta in pratica questo insegnamento, perché non debbano più esserci martiri, eroi che vengono riconosciuti tali solo dopo che perdono la vita o la salute, come purtroppo accaduto fin qui, al prezzo del dolore eterno delle loro Famiglie. Vittime di un’immaturità, di una superficialità, di un erroneo dare per scontato che a difenderci ci sono altri e non verranno mai meno. La responsabilità delle condizioni di vita di questa nostra società è di tutti, nessuno escluso, meglio lo capiremo e prima noi di Fervicredo dovremo smettere di lottare per il rispetto, l’appoggio, la solidarietà dovuta a chi ha speso tutto per gli altri”. Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), esprime così a nome dell’intera Onlus un omaggio alle Vittime della strage di Capaci, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e gli Agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, assassinati dalla mafia nella tragica strage di Capaci, il 23 maggio del 1992. “Anche nel loro nome – aggiunge Schio – continuiamo a batterci perché l’orrore della solitudine, dell’isolamento, della mancanza di appoggio concreto e reale, della finta solidarietà non debba più riguardare nessuno dei Servitori dello Stato che ancora, proprio come Falcone, Montinaro, Schifani e Dicillo, svolgono il proprio dovere con fedeltà, con sacrificio, con piena consapevolezza di rischiare tutto, eppure con altrettanta volontà di andare avanti nell’interesse pubblico ritenendolo giusto. Continuiamo a batterci perché l’esplicita vicinanza agli uomini e alle donne che servono lo Stato tolga dal loro petto il bersaglio che ancora si portano dietro, e che se non si traduce nello scoppio del tritolo può tradursi nell’indifferenza, nell’ingratitudine, nel menefreghismo di chi pensa che certe cose non lo riguardino”. “Forse – incalza Schio -, nel giorno in cui tanti si riempiono la bocca di tributi alla memoria delle Vittime di Capaci, gioverà ricordare pubblicamente che solo un anno fa uno dei Poliziotti sopravvissuti di Capaci, Angelo Corbo, dopo una battaglia lunga 24 anni si è visto finalmente attribuire lo status di Vittima del terrorismo, ancora inspiegabilmente più vantaggioso rispetto a quello di Vittima della criminalità, che pure è stato fin dal principio riconosciuto alle Vittime che facevano capo al Ministero della Giustizia, e quindi i giudici Falcone e Morvillo e conseguentemente le loro famiglie, nonché l’autista giudiziario dei coniugi. Mentre restarono esclusi dal trattamento più favorevole le Vittime che facevano capo al Ministero dell’Interno, e quindi i Poliziotti di scorta e le loro Famiglie. Un dettaglio? Niente affatto. Perché la vicinanza, la solidarietà, il rispetto, passano per queste cose. Cose reali e concrete con cui gli Appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa e le loro famiglie fanno i conti tutti i giorni, specialmente chi, purtroppo, ancora si trova a patire le spese del servizio sulla propria pelle”.
Per gentile pubblicazione. Fervicredo
Associazione Onlus