Marghera (VE), 22 Gennaio 2015
Fervicredo interviene dopo le lettere scritte contro il Maresciallo Giuseppe Giangrande: “Orrenda ignominia. Una Vittima del dovere è la massima espressione di onore e di lealtà” “Lo squallore e l’ignominia rappresentata dalle lettere scritte contro Giuseppe Giangrande fanno il paio con la gravità del significato di questa orrida iniziativa. Oltre all’incommensurabile mancanza di rispetto e alla viltà con cui ci si accanisce contro l’uomo Giangrande, cui va tutta la nostra massima stima e solidarietà, ciò che balza agli occhi è l’avversione, l’autentico odio nei confronti di tutti gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine e, soprattutto, l’assoluta incapacità non diciamo di comprendere, ma anche solo di immaginare cosa significhi essere Vittima del Dovere. Chi si trova a dover sacrificare la propria vita o la propria salute per aver tenuto fede ai propri compiti al servizio della collettività che ha scelto coscientemente di svolgere rappresenta, certamente, la massima espressione possibile di coraggio, di onore, di lealtà, di valore”. Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), manifesta così tutta l’indignazione suscitata dalla notizia che nei mesi scorsi, presso la struttura riabilitativa di Imola dove è assistito l’allora brigadiere, ora promosso maresciallo, Giuseppe Giangrande, ferito a colpi di pistola da Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi, durante il giuramento del Governo di Enrico Letta, il 28 aprile 2013, sono state recapitate tre raccomandate contenenti vere e proprie ingiurie contro il carabiniere, che il Procuratore aggiunto Valter Giovannini ha definito “dal contenuto ingiurioso e crudeli sul piano umano”. “Il dato drammatico – insiste Schio – è che il gesto di una sola persona manifesta però un modo di pensare che è frutto di qualcosa di più della singola valutazione. E’ frutto, piuttosto, di un non raro modo di minimizzare, se non addirittura ignorare o disprezzare, l’operato e i sacrifici di migliaia e migliaia di persone che quotidianamente mettono la propria incolumità a rischio lasciandola a totale disposizione delle leggi, delle Istituzioni, dei cittadini, dei compiti che si sono assunti il pesante onere di svolgere. Probabilmente chi non ha fatto una tale scelta di vita e non ha mai prestato servizio per gli altri non può sapere cosa ciò significhi, ma non è necessario aver indossato una divisa per comprendere il baratro in cui rischia di cadere chi, per servizio, vede compromesso per tutta la vita il bene più importante, la salute. E’ sufficiente il comune senso critico, il comune senso di solidarietà, di umanità. Tutte cose che difettano completamente non solo a chi ha vergato quelle incommentabili parole contro Giangrande, ma anche e soprattutto a chi, ogni giorno e in ogni occasione, non arriva a riflettere su quanto può costare restare fedeli al proprio Dovere, dando per scontato che i sacrifici altrui gli siano dovuti”. “A Giangrande – conclude Schio – ribadiamo i nostri sempre più sentiti auguri che le sue condizioni migliorino di giorno in giorno, certi come siamo che in questi lunghi mesi la sua fede, la sua capacità di credere in una rinascita possibile si siano accresciuti”.
Per gentile pubblicazione.
Fervicredo
Associazione Onlus